“La cosa più bella di Milano…è il treno per Napoli” quante volte lo abbiamo ascoltato, quante volte questo pensiero è fiorito fra le più intime riflessioni introspettive dei pendolari, talvolta sostituendo la destinazione d’arrivo con il proprio paese di nascita.
Via Foria a Napoli
Quando emergono contrapposizioni politiche, sportive, musicali e sociali fra le due città che caratterizzano il pattern rappresentativo di due modelli di vita agli antipodi dello stivale, il mio pensiero corre a via Foria, a Napoli.
A via Foria c’è un edificio dove campeggia uno stemma in cui si legge “numquam retrorsum”, giammai indietreggeremo; l’edificio è privo di ascensori, ma il compianto Luciano De Crescenzo, ne simulò scenograficamente una, nel film “Così parlò Bellavista”, nella scena in cui un napoletano e un milanese (interpretato da Renato Scarpa) vi restano bloccati al buio. Nel silenzio obbligato, i due, spogliandosi dall’iniziale diffidenza, scoprono l’ umana affinità esistenziale, fatta di sogni e fragilità condivise, diventando amici.
Toto, Peppino e la…malafemmina
Ecco, ogni volta che ci circondano le velenose spore dell’abulia comprensiva, dovremmo forse pensare che la nebbia milanese, quella che “c’è ma non si vede” di “Toto, Peppino e la…malafemmina” una volta schiarita rende più suggestiva una giornata di sole sul lungomare, che è tanto bello perdersi nei vicoli saporiti di Spaccanapoli quanto lasciarsi permeare dallo spirito progressista di CityLife.
La “cadrega” e la “cazzimma“
La “cadrega” e la “cazzimma”, scaramanzia e pragmatismo, dito di Cattelan e fallo di Priapo, estrazione del lotto e apertura del Nasdaq, perenne inquietudine da lancette e placida sospensione del tempo.
Partenope e Mediolanum è la fuga immaginaria in cerca di una vita migliore in “Miracolo a Milano” e l’attesa della nottata che ha da passà(re) in “Napoli milionaria”, pellicole in cui è impressa l’ambivalente tormenta dell’animo umano, sospeso fra l’esigenza di mutare e adeguarsi ai tempi che cambiano, e la necessità di restare fedeli a se stessi nonostante le contaminazioni, istantanea dei due agglomerati urbani.
Piazza San Domenico Maggiore (NA) e Via Santa Maria della Porta (MI) sono unite dal filo misterioso che percorre la genesi del Ministeriale di Scaturchio e della torta Aurora di Marchesi, una strada da percorrere ad occhi chiusi per azzerare i 773 km.
Non esiste Napoli senza Milano
Non esiste Napoli senza Milano e viceversa, perché l’Italia è casa, che ci si ritrovi a Natale ospiti dei Cupiello nell’opera di Edoardo, oppure a far tappa in un’osteria, per la fuga verso l’Adda di Renzo Tramaglino ne I promessi sposi.
In un periodo in cui gli strepiti bellicosi sovrastano le sinfonie della ragionevolezza, pur rifuggendo il pensiero unico non possiamo voltare le spalle all’unita di pensieri, per rafforzare l’idea di Italia e d’Europa.
“Bisogna fare gli italiani” tuonava D’Azeglio, ecco, quando scorgiamo all’orizzonte impeti separatisti, ricordiamoci di non farci trascinare fuori da quell’ascensore.