Storia di gioventù e coraggio, di umanità e di intelligenza. Un riferimento per tutti noi, un orgoglio per tutte le donne.
Nora Baker. In genere chi la conosce la conosce con questo nome. Uno pseudonimo. Il suo vero nome è Noor Inayat Khan, molto meno accattivante. Ma dietro questo nome c’è un coraggio da leonessa.
Nasce a Mosca, in un monastero vicino al Cremlino, nel 1914, esattamente il giovedì 1° gennaio. È l’anno della prima guerra mondiale, che scoppierà di lì a poco. Quel giorno, nasce una donna straordinaria.
La famiglia si trasferisce a Londra allo scoppio della prima guerra mondiale. Poi nel 1920 in Francia, nei pressi di Parigi. Famiglia particolare, multiculturale. Padre indiano, maestro sufi e musicista, madre americana. Nora assorbe un amore profondo per la libertà e la giustizia che la segna per tutta la sua, breve, vita.
Scoppia la seconda guerra mondiale e Nora decide di arruolarsi nelle forze armate britanniche. È il 1942. Le sue caratteristiche personali, la conoscenza delle lingue e della cultura francese non sfuggono ai selezionatori dei servizi segreti. La recluta il SOE, la Special Operations Executive. “E ora incendiate l’Europa”. Con queste esatte parole, il primo ministro britannico Winston Churchill autorizza il 19 luglio 1940 la costituzione del SOE. Secondo Churchill, avrebbe dovuto incendiare l’Europa con sabotaggi, attentati e la sovversione dietro le linee tedesche.
Ebbe subito l’incarico di radio-operatrice ma la sua intelligenza, l’intuito e la dedizione fanno intuire ai suoi responsabili di avere a che fare con un’agente straordinaria.
Ora siamo nel 1943. Noor è in Francia. Qui comincia a utilizzare lo pseudonimo Nora Baker e nome in codice Madeleine. Con abilità riesce a infiltrarsi dietro le linee naziste. Si attiva subito e trasmette informazioni vitali alla resistenza francese e al quartier generale britannico. La sua missione è parecchio pericolosa. La famigerata Gestapo, la polizia segreta nazista, non brilla per bontà ed è molto attiva nello scovare agenti segreti.
La situazione in Francia è sempre più rischiosa; molti agenti del SOE sono catturati dalla Gestapo, Nora però non arretra, non ha dubbi nonostante i grandissimi rischi che corre ogni istante. Continua senza sosta a lavorare per la resistenza francese, con astuzia e coraggio.
Ma anche i migliori sbagliano, soprattutto quando non si risparmiano. Arriva settembre 1943 e con esso anche la Gestapo che bussa alla porta di Nora. L’arrestano e la torturano allo sfinimento ma Nora non cede, non parla, rivela niente! La sua resistenza e il suo coraggio impressionano persino i suoi aguzzini che le dedicano le peggio attenzioni. Rimane coraggiosa fino alla fine, consapevole che una sua parola può costare molte vite. Preferisce perdere la sua.
Due mesi dopo, nel novembre 1943, Noor Inayat Khan alias Nora Baker, è caricata straziata e tramortita su un vagone piombato diretto al campo di concentramento di Dachau. Ci arriva, nonostante tutto, ancora viva. Non passa un anno e Nora è giustiziata. Anche qui, senza paura, come se avesse sempre saputo che la sua vita sarebbe finita inevitabilmente in questo modo.
Con la scomparsa di Nora l’intelligence britannica perde uno degli agenti migliori e una persona rara, una combinazione di intelligenza, intuito, cultura e sensibilità umana. Non c’è nemmeno un sospetto di azioni crudeli a suo carico, nonostante abbia attraversato momenti in cui sarebbe stato facile abbandonarsi a gesti di rabbia contro un nemico impietoso.
Nel 1949, alla memoria, le viene conferita la George Cross, tra le più alte onorificenze britanniche per atti di coraggio. Gli inglesi però continuano a ricordarla e nel 2012, nei giardini di Londra, inaugurano in suo onore una statua che la raffigura.
Ora una prova per voi, per tutti noi. Pensate alle persone che conoscete, ai vostri amici, magari ai giovani figli dei vostri amici e in primis ai vostri se ne avete. A chi tra loro attribuireste il coraggio di Nora? Scommettereste su uno di loro, e su voi stessi? Pensateci e tenete dentro di voi la risposta.
Il sonno della ragione genera mostri.