Giornata particolare quella di un paio di sere fa in Villa Coppola ad Agerola, ad entusiasmare la serata un libro, non già il romanzo dell’autore di grido o il saggio dello psicologo di fama nazionale, ma bensì a tener banco un testo piuttosto tecnico di giurisprudenza dal titolo: Nuovo codice di deontologia forense annotato con la giurisprudenza. Edito da HeyBook Gruppo Editoriale di Maria Cuomo e Giuseppe de Angelis.
Gli autori due specialisti del settore. Maria Cuomo avvocato, magistrato e giudice di pace, Giuseppe de Angelis, presidente del Consiglio di Disciplina del distretto della Corte di Appello di Napoli. docente presso l’università degli Studi di Salerno, componente della Commissione Deontologia del Consiglio nazionale forense.
Il libro, naturalmente, è di quelli che campeggiano tra i testi sacri della giurisprudenza nelle eleganti biblioteche dei più prestigiosi studi legali del nostro paese. E sin qui tutto rientra in una logica fatta di consuetudini, ciò che ha reso particolare questa presentazione è fornita da un pubblico eterogeneo che per lo più formata da persone comuni, amanti della lettura e curiosi che visto i nomi di indiscussa fama hanno presenziato dando vita ad un diverso modo di presentare un libro, hanno sollevato questioni che al di là delle specificità dell’argomento hanno innescato temi sulla giustizia e di giurisprudenza popolare.
Con entusiasmo gli autori, svestiti i panni meramente professionali, hanno dialogato e spiegato ai profani del pubblico, con linguaggio non tecnico, questioni più attinenti alla realtà quotidiana. L’argomento più interessante ha riguardato i temi che riguardano le funzioni degli avvocati e quelle dei giudici in questo preciso periodo storico.
Le dissertazioni sono sfociate in citazioni e narrazioni sui temi affrontati negli scritti e nei pensieri dell’illustre Piero Calamandrei in “Elogio dei Giudici scritto da un avvocato” pubblicato nel 1935, per giungere alla conclusione che un grande avvocato non è colui che parla tanto, che è prolisso, che ingombra l’udienza con la sua invadente personalità, che annoia i giudici con la sua prolissità, che si destreggia come una moto che fa lo slalom tra i veicoli in coda per evitare il rispetto delle regole, ma colui il quale esercita, nel rispetto delle norme deontologiche, la propria attività con il cuore.
Un vero successo di pubblico per gli autori, che si sono prodigati nell’attività del firmacopie al termine dell’evento, a dimostrazione che i temi della giustizia riscontrano un interesse straordinario nel cittadino comune, ciò equivale ad una presa di coscienza dello stato di diritto di cui godiamo e dell’importanza dei doveri riguardo alle comunità di riferimento.
Complimenti agli autori: Maria Cuomo e Giuseppe de Angelis e buona lettura del testo!
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