Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, l’Italia ha spostato avanti le lancette di un’ora, segnando l’inizio del periodo di ora legale. Da oggi, le giornate sembreranno “allungarsi”, con il tramonto che arriverà più tardi rispetto ai mesi invernali.
L’ora legale resterà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre. Quest’anno, il ritorno all’ora solare avverrà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando le lancette saranno riportate un’ora indietro.

Ora solare vs ora legale: qual è la differenza?
L’ora solare è quella “naturale”, basata sul passaggio del Sole attraverso il meridiano locale. L’ora legale, invece, è una convenzione artificiale che permette di sfruttare meglio la luce nelle stagioni calde. Il passaggio tra le due avviene con un semplice spostamento delle lancette, ma le conseguenze possono essere più profonde di quanto si pensi.
Ogni anno, Terna – la società che gestisce la rete elettrica italiana – calcola il risparmio energetico derivante dall’adozione dell’ora legale. Nel 2024, l’Italia ha risparmiato circa 340 milioni di kWh, l’equivalente del consumo medio annuo di 130.000 famiglie. Tuttavia, il trend è in calo rispetto agli anni precedenti: nel 2023 il risparmio era stato di 370 milioni di kWh (-8%). Dal 2004 al 2024, l’ora legale ha permesso di risparmiare complessivamente 11,7 miliardi di kWh, con un risparmio economico stimato in circa 2,2 miliardi di euro.

Se il risparmio energetico è tangibile, lo sono anche gli effetti negativi sulla salute. Numerosi studi evidenziano che il cambio d’ora può disturbare il ciclo sonno-veglia, causando affaticamento e sonnolenza nei primi giorni (un fenomeno simile al jet lag, seppur di entità minore). Alcune ricerche suggeriscono persino un aumento del rischio di infarti, incidenti stradali e suicidi nei giorni successivi al passaggio all’ora legale.
Nel 2019, l’Unione Europea ha votato per lasciare ai singoli Stati la scelta tra mantenere l’ora solare o quella legale per tutto l’anno, eliminando il cambio semestrale. Il termine per decidere era stato fissato al 2021, ma la pandemia di Covid ha rimandato la questione, lasciando tutto invariato. Così, per il momento, l’Italia e molti altri Paesi europei continuano ad alternare ora solare e ora legale, in attesa di una decisione definitiva.
Il dibattito resta aperto: meglio continuare con il doppio orario o scegliere una volta per tutte? La risposta, forse, dipende più dalle abitudini che dai dati scientifici.