Alle vittime di discriminazione viene impedito di vivere
Queste furono le parole pronunciate nel 2010 dall’allora Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, quando fu istituito l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori (OSCAD) presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
Cos’è’ l’OSCAD?
È un organismo politico interforze dedicato a migliorare l’azione operativa della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri nella prevenzione e repressione di questi reati discriminatori, sia nel contesto di hate crime che di hate speech.
Cosa sono gli Haye crimes e gli Hate speech ?
Per hate crimes (o crimini d’odio) si definiscono gli atti criminali motivati da un pregiudizio che l’autore nutre nei confronti di particolari gruppi di persone.
Per hate speech, si intende letteralmente “discorso d’odio”, ossia qualsiasi tipo di espressione che incita, promuove, diffonde o giustifica violenza, odio o discriminazione contro un individuo o un gruppo di persone a causa di caratteristiche come la razza, il colore della pelle, la lingua, la religione, la nazionalità, l’origine etnica, la disabilità, il sesso, l’identità di genere e l’orientamento sessuale.
Mission istituzionale dell’Oscad
Fra obiettivi prioritari dell’OSCAD vi è senz’altro quello di facilitare le denunce di crimini d’odio per contrastare efficacemente il fenomeno del c.d under-reporting, ossia la scarsa propensione delle vittime a denunciare per paura di ritorsioni o vergogna, (a tal proposito, l’osservatorio riceve segnalazioni da istituzioni, associazioni o privati cittadini, anche in forma anonima, tramite l’indirizzo email dedicato oscad@dcpc.interno.it) e sensibilizzare, mediante aggiornamenti e formazione, gli operatori delle forze dell’ordine per affrontare il fenomeno dell’ under-recording ( difficoltà nel riconoscere la matrice discriminatoria dei reati).
Sentiment antisemita a seguito del conflitto Israelo-Palestinese
Atteso il delicato quadro geopolitico conseguente all’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre 2023, l’Osservatorio ha avviato un monitoraggio quale possibile indicatore del sentiment antisemita attraverso l’analisi delle segnalazioni pervenute dalle Forze di Polizia e dalle varie associazioni al fine di avere un quadro organico sull’andamento del fenomeno.
Episodi di antisemitismo
Nel periodo compreso dal 7 ottobre 2023 al 1 maggio 2024 si sono registrati 345 episodi riconducibili all’antisemitismo; ponendo un parallelo con il medesimo periodo dell’anno precedente, dal 7 ottobre 2022 al 1 maggio 2023, si è registrato un aumento di circa il 320% delle segnalazioni.
Focus sulla discriminazione nello sport
Nel solco dell’attività di prevenzione, dal 2022 è stata realizzata una collaborazione interistituzionale con l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, al fine di attuare strategie di contrasto ai fenomeni di discriminazione in occasione di eventi sportivi.
Nello specifico, gli episodi discriminatori (cori, striscioni, gesti, verso, insulti verbali, aggressioni fisiche, minacce etc) rilevati durante le manifestazioni sportive dalle forze di polizia vengono comunicati ai due Osservatori a cura delle Questure territorialmente competenti.
Da un focus effettuato nel periodo che va dal 1 gennaio 2021 al 1 maggio 2024, sono stati registrati 135 di discriminazione razziale, cui si aggiungono 39 episodi di antisemitismo e 44 episodi di discriminazione territoriale (espressioni di odio/intolleranza/insulto proferite nei confronti di tifoserie provenienti da specifiche aree territoriali del paese).
Per ciò che attiene l’ultimo ambito in narrativa, non appare superfluo rammentare che la discriminazione territoriale non integra alcuna ipotesi di reato, tuttavia può essere sanzionata dalla giustizia sportiva.
La normativa italiana di contrasto alle discriminazioni
La legislazione contro l’odio e la discriminazione ha una lunga storia in Italia, con leggi come la Legge Scelba del 1952 contro la riorganizzazione del disciolto partito fascista.
La Legge Mancino del 1993 che ha allargato la tutela penale anche alle discriminazioni religiose, il D.Lgs 21/2018 che ha introdotto la Sezione I-bis (delitti contro l’uguaglianza) nel titolo XII del Libro secondo del codice penale, comprendendo gli artt. 604-bis e 604 ter che puniscono la propaganda e l’istituzione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, ovvero l’associazione con lo scopo di incitare alla discriminazione o alla violenza, inclusi la propaganda di idee di superiorità o odio razziale o etnico e la negazione della Shoah o altri crimini contro l’umanità.
“La storia ci ha insegnato che l’umanità ha attraversato momenti drammatici, ma l’unico antidoto al buio delle coscienze è la luce della ragione”
Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, presidente dell’OSCAD.