Oltremodo assurdo
Perché è oltremodo assurdo.
L’odio arriva da lontano e spesso il tempo, ancorché galantuomo, non lo estingue trasformandolo in qualcosa di positivo.
La Storia recente e recentissima conferma questa ipotesi e ci propone la tesi secondo la quale il tempo spesso distilla l’odio, l’alimenta e fornisce ad esso motivazioni verosimili.
“Poiché è oltremodo assurdo e disdicevole che gli ebrei, che solo la propria colpa sottomise alla schiavitù eterna, possano, con la scusa di esser protetti dall’amore cristiano e tollerati nella loro coabitazione in mezzo ai cristiani, mostrare tale ingratitudine verso di questi, da rendere loro offesa in cambio della misericordia ricevuta, e da pretendere di dominarli invece di servirli come debbano…”
Goebbels, Farinacci, Evola
Non è un appunto trovato nel diario di Goebbels, uno sfogo che prelude all’ennesimo attacco agli ebrei da parte del grande comunicatore nazista, il Ministro della Propaganda del Terzo Reich; non è nemmeno l’incipit di un articolo scritto dal gerarca incrollabilmente fascista Roberto Farinacci sul suo giornale Il Regime.
Che sia un estratto del pensiero intriso di razzismo spirituale elaborato da Julius Evola nel suo Il Mito del Sangue? Nemmeno questo!
Ma allora cos’è, di cosa stiamo parlando?
Eppure quel passaggio “…solo la propria colpa sottomise alla schiavitù eterna…” dovrebbe aiutarci a collocare lo scritto, a dargli paternità.
Ma forse sono la nostra cultura e le nostre origini europee che non vogliono vedere ciò che ad altre provenienze sarebbe immediatamente chiaro.
Papa Paolo IV
Perché è oltremodo assurdo, è l’incipit di una bolla papale e per precisione la “Cum nimis absurdum” emanata il 14 luglio 1555 da Papa Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa.
Eh sì, questa è un’altra delle molte questioncine che dovrebbero portare la nostra Santa Romana Chiesa a fare ammenda, contrizione e scuse. Penitenziagite, penitenziagite (volgare del latino poenitentiam àgite (“fate penitenza”), urlerebbe certamente il dolciniano Salvatore dal romanzo “Il nome della Rosa” di Umberto Eco.
Esperimento
Ma andiamo a esplorare e comprendere questo nefando esperimento teologico da collocare tra i momenti più bui nella storia delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la comunità ebraica.
Il documento ha purtroppo dato avvio ad una sequenza di misure discriminatorie nei confronti degli ebrei presenti nello Stato Pontificio, misure peraltro non rimaste confinate né tra quelle mura né in quel periodo storico.
Il papato protettore degli ebrei nell’Occidente europeo
Eppure troviamo che sino alla metà del Cinquecento il papato è stato forse il più importante protettore degli ebrei nell’Occidente europeo. Poi che cosa è successo, perché questa crudele sterzata in Roma peraltro già avvenuta in altri Stati, la cattolicissima Spagna ad esempio, che addirittura cacciò gli ebrei dal proprio suolo.
I Potenti, si sa, si occupano soprattutto di mantenere il loro potere e tutto ciò che altera ciò che ritengono un giusto equilibrio li allarma e li spinge ad agire per via di conservazione, anche crudelmente se necessario.
I debiti
Le insistenze di molti regnanti dell’epoca, desiderosi di liberarsi degli ingenti debiti contratti con gli ebrei, unite alle istanze integraliste di molte abbazie e, soprattutto, degli ordini religiosi, per primi i Francescani Osservanti, rischiavano di alterare il prezioso equilibrio e magari mettere in discussione certi primati che tali dovevano rimanere.
Oltre a ciò la Chiesa non riusciva più a giustificare la differenza di trattamento tra ebrei – che addirittura negavano la divinità di Cristo – e protestanti, sui quali si era già scatenata la violenza papale dopo il Concilio di Trento.
Obblighi e divieti
E così la scure calò sul collo giudeo con infami disposizioni. Tra queste:
- Obbligo per gli ebrei di risiedere solo in alcune zone chiamate Ghetto;
- Obbligo di indossare un segno distintivo che li identificasse (e poi arrivò la stella di David cucita sul petto);
- Divieto di disporre di proprietà immobiliari fuori dal Ghetto;
- Divieto di esercitare attività se non umili, come il commercio di stracci e abiti usati;
- Obbligo di assistere a sermoni cristiani con l’intento di rieducarli all’unica religione possibile
Gli effetti della bolla “Cum nimis absurdum” furono drammatici.
La segregazione
La segregazione nel Ghetto di Roma in Trastevere, così come negli altri Ghetti che via via si crearono nelle città dominate dallo Stato pontificio, generò condizioni di vita miserevoli e queste, unite al sovraffollamento, portarono alla diffusione di malattie che fecero moltissime vittime tra i più fragili.
Papa Pio IV
Solo con Papa Pio IV, un Medici avversario della famiglia Carafa alla quale apparteneva il suo predecessore Paolo IV, la stretta del regime antiebraico si allentò un poco.
La Bolla “Dudum a felicis” del 1562 rese meno dure le prescrizioni, soprattutto quelle di natura economica. Pio IV non era compassionevole ma avveduto. Le restrizioni alle professioni e alle attività creditizie avevano avuto soprattutto l’effetto di rendere più povero lo Stato Pontificio. Realpolitik dunque e non pietas cristiana!
La Bolla papale
La Bolla papale non rimase un unicum ma costituì purtroppo un precedente a cui si rifecero almeno altre due Bolle successive, altrettanto infami anche a parere di accreditati studiosi dello Stato pontificio.
In ogni caso gli effetti della Bolla primigenia perdurarono sino alla presa di Roma avvenuta nel settembre 1870 con la famosa breccia di porta Pia.
Altra triste evidenza è rappresentata dal fatto che molte delle prescrizioni contenute nei quindici articoli della Bolla furono in tempi successivi introdotte negli ordinamenti di altri stati italiani.
Ciò in ossequio al noto e ineludibile principio in base al quale… Al peggio non c’è mai fine!