Finlandia. Festa di San Giovanni
Un imprenditore con un matrimonio in crisi, al suo quarto fallimento, decide di suicidarsi con la pistola in un vecchio fienile nella zona dove ha una casa sul lago.
Tentato suicidio
Lì si trova ad assistere al tentato suicidio di un colonnello vedovo tramite impiccagione.
Lo salva e i due iniziano a parlare trovando affinità.
Entrambi soli decidono di passare qualche giorno insieme. Dialogando si chiedono quanti altri aspiranti suicidi esistano in Finlandia e decidono di fare qualcosa per aiutarsi tutti, eventualmente per una morte dignitosa. Pubblicano un annuncio sul giornale e rispondono in molti.
Seicentododici tra lettere, cartoline e altro.
Grande successo al congresso dei suicidi
Capiscono di avere bisogno di aiuto per procedere con metodo e velocemente, e, tra le lettere scelgono quella di una vicepreside di un istituto di formazione per adulti dove insegnava corrispondenza commerciale.
Tutto procede bene e i tre decidono di organizzare un congresso sull’argomento a Helsinki.
L’evento si rivela un successo, ma a sera un gruppo di partecipanti decide di rimanere insieme per mettere in atto il funebre proposito.
Il fallito suicidio con la Jaguar
I tre organizzatori, costernati, sono obbligati a trovare una soluzione, mentre fallisce un improvvisato tentativo di gruppo tramite monossido di carbonio con la Jaguar nel garage di un ambasciatore dello Yemen.
Tornano tutti alla casa sul lago per organizzare il suicidio di massa.
Scartano varie ipotesi e viene deciso di gettarsi dalle scogliere del mare del nord con un pullman. Tra le lettere trovano un aspirante suicida che, contattato, si presenta con un lussuoso e nuovissimo pullman.
Suicidio in pullman
Così organizzati partono, fermandosi in vari paesi dove risiedono altri aspiranti che vengono man mano raccolti.
Un itinerario tra Paesi del nord, Paesi dell’Europa centrale, Svizzera e infine Portogallo.
Il tentativo di gettarsi con il pullman nel gelido e tumultuoso Mar Artico fallisce perché molti, all’ultimo istante, segnalano lo spavento obbligando l’autista ad una estrema frenata.
Vengono scelti i burroni delle Alpi svizzere per un salto meno spaventoso, ma ancora il tentativo fallisce.
La fine del mondo
Si arriva alla simbolica “fine del mondo” degli antichi, nel Portogallo, e ancora mentre si comprende il desiderio di ognuno di voler tornale a vivere, solo un aspirante decide, imparando le manovre di guida, di gettarsi con il pullman tra le onde.
Alla fine ognuno riscopre nuove volontà e possibilità di vita tra amicizie e nuovi amori, il povero comandante incaricato di indagini infinite muore distrutto dallo stress, e, persino il suicida del pullman, scoperto pure ladro, è sopravvissuto e fa il pescatore in Portogallo. Tutto è bene quel che finisce bene.
“In questa vita la cosa più seria è la morte, ma neanche quella più di tanto”
Questa la citazione d’inizio, una dichiarazione d’intenti dell’autore rispettata in pieno.
Un itinerario verso un amaro destino che nel percorso si perde la strada nella riscoperta di quanto la vita possa essere potente e generosa. Un percorso attraverso la Finlandia e Paesi vari, con momenti a volte teneri, a volte difficili, mentre vengono raccontate le vite dei personaggi.
La solitudine
Il comune denominatore è la solitudine accompagnata dalla perdita di speranza.
Il racconto procede con uno sguardo gentile su queste persone ferite dalla vita, utilizzando un leggero umorismo, mai irriverente nel trattare un argomento di per sé stesso pesante e difficile. L’autore riesce sempre a rimanere in equilibrio sul filo sospeso di una sorta di tenero rispetto sopra la cupa disperazione di chi si trova a rifiutare la vita.
Descrive, accenna le cause scatenanti, sorride sulle piccole peculiarità personali, ma su tutto domina un distacco che permette al lettore di proseguire senza lasciarsi opprimere dal tema scelto.
La forza della vita
Non avendo più nulla da perdere ognuno può mettersi in gioco permettendosi nuove lenti per osservare il mondo.
E alla fine la forza della vita prevale sulle ombre, anch’essa quasi senza rendersene conto.
Lo stare insieme recupera la possibilità di nuove speranze e ipotesi di vita, riduce l’altezza dei gradini da scalare.
Il confrontarsi, la distanza dai luoghi del proprio vissuto permettono di ridimensionare ciò che era stato sentito un peso ormai impossibile da sopportare, permettendo il percorso verso un domani non più irraggiungibile.
L’autore, infine, con brevi cenni, tratteggia i paesaggi, regalando al lettore la possibilità di “vederli” e percepirli nel susseguirsi del viaggio.
Un consiglio per tutti: usare edizioni con caratteri meno condensati per non affaticare troppo la lettura per favore, grazie
Libro: edizioni Iperborea