Il governo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà affrontare problemi enormi e provare a risolverli, meglio se nel medio periodo. Uno dei più rilevanti a nostro avviso è quello della s/vendita delle aziende italiane all’estero. Cioè, l’enorme quantità di aziende italiane passate di mano e vendute a Paesi e/o aziende straniere.
Ciò risulta decisivo in un contesto internazionale nel quale, oltre ai grandi giganti come USA e Cina, oltre alla bellicosa Russia, vi sono un’Unione Europea sul piano politico-istituzionale ancora in gran parte da consolidare, così come entro l’Europa vi sono paesi come Francia e Germania che non mancano mai di inquadrare la loro strategia di integrazione europea in una prospettiva che contempera anche i rispettivi interessi nazionali.
Il mondo globale è complicato, duro e difficile da affrontare e l’Italia, soprattutto se vuole dare un contributo reale e fattivo alla costruzione dell’Europa di domani, dovrà dimostrarsi capace di reggere il confronto con gli USA e la Cina. L’Italia deve avere bene in mente quali interessi difendere e salvaguardare nel contesto internazionale, per poter così svolgere un ruolo che non sia di semplice comprimario. E tanti sono i cardini di un possibile interesse nazionale italiano, fra i quali non può però non comparire un aspetto decisivo per il futuro della nostra economia: un sistema economico e produttivo che per una quota significativa resti legato alla proprietà italiana.