Il fenomeno della “fuga di cervelli” è un grido d’allarme che si fa sempre più stridente in Italia. Questa tendenza, che spinge i giovani talenti a cercare opportunità lavorative al di fuori dei confini nazionali, sta ora coinvolgendo anche gli operatori sanitari, in particolare medici e infermieri. Questi ultimi, ad oggi, si trovano ad affrontare un onere fiscale sui loro straordinari che sfiora il 50%, un paradosso che urta la sensibilità collettiva.
A tal proposito, l’Avvocato Venghi, nel suo intervento al Caffè di Radio 1 ha spiegato che potrebbe esserci una possibile via d’uscita per questa categoria professionale. L’idea sarebbe quella di una detassazione sugli straordinari: ad oggi lo straordinario è tassato al 50%, ma se questa ipotesi andasse effettivamente in porto, la tassazione si ridurrebbe al 15%.
Al momento per affrontare la criticità di mancanza di personale le strutture pubbliche e private cercano di rendere attrattivo il posto di lavoro per medici e infermieri tramite la concessione di benefit. I benefit aziendali sono diventati una parte determinante del rapporto contrattuale del lavoratore e per questo le varie Regioni, ma anche le strutture private, stanno cercando di agevolare gli infermieri per mantenerli in corsia. Tra i numerosi benefici offerti, quelli più ricorrenti sono: vitto e alloggio per un determinato numero di mesi, oppure sconti per gli stabilimenti balneari, cinema e palestre.
Questi benefit sono rilevanti soprattutto alla luce degli sforzi che medici e infermieri hanno intrapreso negli ultimi tre anni per far fronte alla pandemia del Covid-19.
Parlando di Covid-19, quali sono le norme che, ad oggi, devono essere rispettate qualora si contraesse il virus?
L’Avvocato Venghi spiega che da un punto di vista normativo il periodo delle restrizioni è terminato e oggi ci troviamo in una fase che può essere definita “delle raccomandazioni”, in un quadro normativo che ha lasciato spazio ad un approccio basato su raccomandazioni e linee guida.
Queste indicazioni sono state formalizzate in due circolari emesse di recente dal Ministero della Salute. Una delle principali novità contenute nella prima circolare, è che chi risulta positivo al Covid-19 non è più soggetto all’obbligo di isolamento rigido, il che significa che è consentito uscire di casa. Tuttavia è importante sottolineare che rimangono in vigore una serie di raccomandazioni essenziali, tra cui:
- l’obbligo di indossare la mascherina
- l’isolamento fino alla scomparsa dei sintomi
- l’igiene delle mani
- la prudenza nell’evitare luoghi affollati
- la prudenza nell’evitare contatti con persone vulnerabili
Le stesse raccomandazioni si applicano anche a coloro che entrano in contatto con individui positivi al Covid-19. In caso di manifestazione dei sintomi come febbre, tosse o mal di gola, resta consigliato sottoporsi ad un tampone.
La seconda circolare riguarda invece le direttive per l’accesso agli ospedali e alle strutture sanitarie. Qui si impone l’obbligo di indossare la mascherina in presenza di ospiti fragili, anziani o immunodepressi, e viene richiesto il tampone in caso di sintomi sospetti.