Compostezza, educazione, senso dell’istituzione, di primo acchito sembrerebbe la narrazione relativa alle gesta non certo di un rapper; in effetti Revman un rapper lo è, ma diverso dagli altri.
Faccia pulita
La normalità che diventa eccezione, è questo che ci racconta questo ragazzo perbene che canta in rima baciata, allorquando nei suoi versi non vi è traccia di turpiloquio e, anzi, lascia profonde vestigia di musica pulita nel terreno fangoso dell’odio in strofe.
Una faccia pulita, appunto, ove non si osannano gangster, non si emulano spacciatori, non si sfida la morte, ma si parla di San Michele (Santo patrono della Polizia di Stato) che dei poliziotti… protegge la sorte.
Quartieri difficili
L’emozione di salvare una vita, l’adrenalina di un intervento in sirena e lampeggianti, la paura di una coltellata, tutte queste sensazioni di chi indossa una divisa Revman le racconta nello slang dei ragazzi, sottraendo il mondo del rap all’appannaggio esclusivo di chi idolatra l’antistato; è questa la cifra sociale di un ragazzo dalla melodia acqua e sapone, che indossa la divisa e fa visita ai ragazzi nelle scuole.
Perché Sebastiano, questo il nome dell’artista, nei quartieri difficili ci va, ma non ne sfrutta il disagio sociale come serbatoio di alibi per il guadagno facile, senza sacrifici, ma va a spiegare ai ragazzini che un futuro migliore è possibile, anche se si è nati a via Arquà anziché in via Montenapoleone.
La legalità nello slang giovanile
La speranza di un futuro migliore in una società più giusta, con il supporto dei giovani e nel loro linguaggio, questo è il nuovo appeal della legalità di Revman, grazie al quale si può raccontare anche ai giovanissimi che il rispetto delle regole può essere una figata, che lasciare il posto a sedere ad un anziano non è ‘’cringe’’, che ‘’snitchare’’ può talvolta aiutare a rompere i muri di omertà dentro i quali si annidano sacche di violenza, che i mattoni su cui si regge una società più giusta sono cementati dall’obbedienza civica, un’obbedienza mai incondizionata, ma consapevole.
Cittadini e istituzioni, istituzioni e cittadini, insieme nel cammino democratico a ritmo non di sinfonie austere e lontane dai timpani adolescenziali, ma un rap decifrabile e vicino ai ragazzi; per dirla alla Revman, meglio le regole dell’omertà, non alla mafia, si alla legalità.
Forza Sebastiano, forza Revman!