“Il jazz di oggi, e ancor più quello di domani, è frutto della creatività post-globale. La sua evoluzione, non dipenderà più solo dalla scena di New York, Los Angeles, Londra o Berlino ma da quella di Lima, Abidjan o Baku. Dalla sua diffusione tramite le piattaforme social e dalle nuove tecnologie, compresa l’Intelligenza artificiale. Si arriverà così a una totale ibridazione”.
Sono le parole del direttore artistico Mario Ciampà per introdurre il tema centrale della 48ª edizione del Roma Jazz Festival: “Hybrid”. Il festival si svolgerà a Roma dal 1° al 23 novembre, con 23 concerti programmati in diverse sedi, tra cui l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, la Casa del Jazz e il Monk. Oltre alla musica, il festival includerà una mostra fotografica e una serie di eventi per i bambini, estendendo l’offerta anche alla fascia della primissima infanzia.
Organizzato dalla IMF Foundation in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma, e sostenuto dal Ministero della Cultura e da Roma Capitale, il Roma Jazz Festival è uno degli appuntamenti internazionali più significativi del panorama jazzistico. Come sottolineato dal musicista Paolo Damiani, oggi è sempre più irrilevante chiedersi “sarà jazz?”, poiché il genere si espande e si contamina con altri stili e culture.
Le ibridazioni culturali e geografiche sono centrali in questa edizione. L’apertura del festival il 1° novembre sarà affidata a Lakecia Benjamin, sassofonista statunitense che presenterà il suo album “Phoenix”, un omaggio alla rinascita di New York e alla sua personale rinascita dopo un grave incidente. Il 4 novembre sarà la volta della leggenda della chitarra Pat Metheny, che offrirà una performance solitaria basata su improvvisazione e virtuosismo. Altri grandi nomi includono il sassofonista Bill Evans, il contrabbassista britannico Dave Holland e il percussionista americano Famoudou Don Moye.
Non mancheranno artisti emergenti e nuove voci dal mondo. Tra questi, il pianista Isfar Sarabski dall’Azerbaijan, che il 23 novembre tornerà a Roma con il suo jazz impressionista e sperimentale. Da segnalare anche Aeham Ahmad, pianista palestinese fuggito dalla Siria, che si esibirà il 22 novembre in un concerto all’insegna della pace e dei diritti umani.
Il festival darà ampio spazio alle artiste donne, tra cui la pianista Rita Marcotulli, la sassofonista Nubya Garcia e la cantante Camilla Battaglia, tutte impegnate a esplorare temi profondamente contemporanei attraverso il jazz. Inoltre, la programmazione include performance che spaziano dal jazz elettronico al nu jazz, coinvolgendo figure come Nils Petter Molvær e il collettivo italiano Tommaso Cappellato – Collettivo Immaginario.
Il Roma Jazz Festival non si limita alla musica, ma si pone anche come piattaforma per temi sociali e culturali, abbracciando valori come la pace, l’inclusività e la parità di genere. La 48ª edizione si presenta così come un evento imperdibile per gli amanti del jazz e della cultura contemporanea, con uno sguardo sempre rivolto al futuro e alle nuove geografie del jazz.