Quando nel 1963 Rita Pavone cantava “Come Te non c’è nessuno” non eri ancora nato. Hai aspettato vent’anni e nel 1983 sei arrivato.
Sergio Parisse, nato in Argentina da un grande papà rugbista aquilano e da una grande mamma cosentina, a cinque anni eri già con l’ovale in mano e dopo, solo il Capitano. Occhi profondi, educato quasi timido, apparentemente solo in quell’incredibile ruolo dietro a tutti e pronto a governare la speciale macchina umana di sette uomini li davanti. Il terza centro, il numero otto, un ruolo appagante, ma impegnativo. Una posizione elegante da gente non comune, un punto strategico di alto livello di Certa Gente del Rugby.
In molti hanno parlato di te, noi ti abbiamo celebrato nella tua ultima trasferta italiana in campo a Parma come uomo di stile e miglior giocatore della partita.
Parisse, primato di presenze con la maglia della Nazionale Italiana di rugby. Solo il possente uragano Hagibis ha potuto fermare l’aggiudicazione di un nuovo cap al Capitano nella Coppa del Mondo del 2019 in Giappone contro gli All Blacks. Proprio a lui, che forse avrebbe potuto essere l’unico atleta italiano a giocare con gli All Blacks. E se fosse nato proprio in quel bel paese dell’Oceania? La storica bandiera degli All Blacks Richie McCaw, in una sua memorabile citazione, è convinto che questo sarebbe stato possibile.
Con 196 centimetri di altezza e 111 chili di muscoli, porti addosso le onorificenze del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, due medaglie al valore atletico e hai creato una tua famiglia. Oggi, sei già pronto e ancora in partenza.
A 39 anni prosegui l’esperienza professionale nel tuo mondo, in Francia nella squadra di rugby di Tolone, una notevole nuova sfida.
Segreti? Non particolari, ma no gossip, no paparazzi, piuttosto interviste misurate e tanto lavoro, in campo e fuori. I moderni social influenzano forse troppo negativamente i nostri giovani. Meglio arrivare primi agli allenamenti ed andarsene per ultimi, questo potrebbe essere un esempio per tutti i ragazzi che intendano fare sport ad alto livello, proprio come Sergio Parisse.
Un uomo d’altri tempi, umile, puro, uno che lavora duro ogni giorno, non vuole regali gratuiti, ma ha invece dimostrato il valore di guadagnarsi tutto sul campo e nella vita. Oggi non deve dimostrare niente a nessuno. Un esempio, un uomo capace di prendersi cura del proprio corpo e dei propri compagni, un condottiero con personali obiettivi, precisi e concreti. Ha dimostrato come il lavoro paga, sempre. Un guerriero che non molla mai. Insegna a non aspettarsi risposte dagli altri, ma ad affermarsi, a crederci ed essere forti mentalmente.
Grazie Capitano, alla prossima. Buon Compleanno!
Foto copertina: fanpage.it;
Foto nel testo di Vito Ravo