Tensione a Roma durante la manifestazione dei sindaci che protestano contro il ritardo per lo sblocco del Fondo Sviluppo e Coesione e il disegno del governo per l’autonomia differenziata. Gli amministratori locali si sono ritrovati a fare i conti con il blocco della polizia, mentre diventa sempre più acceso intanto lo scontro a distanza tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Mentre la premier è in Calabria con il ministro Fitto per la firma dell’accordo di sviluppo e coesione, De Luca è arrivato a Roma con centinaia di sindaci del meridione per manifestare contro l’autonomia differenziata e per lo sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione.
Le frecciate
Il governatore, prima di salire sul palco in Piazza Santi Apostoli, ha lanciato le prime frecciate alla premier. “Se Meloni pensa che la dignità del Sud sia in vendita si sbaglia, la manifestazione di oggi serve a ricordare alla presidente del consiglio e a tutto il governo che la dignità del Sud non è in vendita. Quindi chieda scusa perché sta bloccando risorse essenziali per creare lavoro”. E ancora: “chi governa non può prendere le risorse come se fossero un bottino di famiglia e fare quello che vuole. La democrazia vive se vengono rispettati i diritti di tutti”.
Il corteo
Al termine della manifestazione, De Luca e centinaia di sindaci del Sud si sono spostati verso il ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, a Largo Chigi, per chiedere che una delegazione fosse ricevuta da un capo di gabinetto del dicastero. Ma davanti all’ingresso hanno trovato un cordone di agenti di polizia che li ha bloccati facendo salire la tensione, con spintoni e ressa di telecamere. Dopo oltre mezz’ora di attesa, De Luca e i sindaci hanno cambiato obiettivo: Palazzo Chigi. Ma anche l’ingresso su piazza Colonna, presidiato dalla Celere è risultato invalicabile. Dai manifestanti, che hanno bloccato la circolazione su via del Corso, è stata intonata “Bella ciao”.
Il cordone
Solo De Luca è riuscito a fatica a superare il cordone di agenti di polizia e a dirigersi verso la sede del governo chiusa precedentemente per questioni di sicurezza. “A Roma sono scomparsi tutti quanti…”, ha commentato il governatore campano. Intanto, la premier in Calabria, informata delle tensioni davanti a Palazzo Chigi, ha commentato con i giornalisti: “Se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più. Tutti i presidenti di Regione hanno capito il senso di quello che stiamo facendo. È il decimo accordo che firmiamo, e ne seguiranno altri: tutti sono collaborativi tranne uno, ma nemmeno mi stupisce troppo”, ha detto riferendosi a De Luca.
La risposta
Non si è fatta attendere la risposta del presidente campano, alla fine entrato in un palazzo delle istituzioni, Montecitorio. Conversando con i cronisti, che gli riferivano il commento della premier ha affermato: “È tollerabile questo atteggiamento con centinaia di sindaci che non hanno i soldi per l’ordinaria amministrazione?”, ha detto prima di uscire dalla Camera dei deputati e dirigersi verso la Prefettura dove è stato ricevuto dal prefetto di Roma, Lamberto Giannini. De Luca ha poi ricordato che la la mobilitazione continua domattina con gli operatori culturali a Napoli e che se entro una settimana non si sbocca la situazione è pronto a lanciare ulteriori iniziative.