Il sole, nostro caro e vecchio amico, non smette mai di sorprenderci.
Ogni giorno ci accompagna nella rotazione terrestre e ogni anno ci porta a fare un giro completo intorno a lui. Questa danza cosmica è resa ancor più affascinante dall’inclinazione dell’asse terrestre, che fa sì che il nostro emisfero si avvicini e si allontani dal sole, regalando così l’alternarsi delle stagioni.
Il 21 o il 22 giugno, il nostro emisfero settentrionale si trova più vicino e inclinato verso il sole: è il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno. In questo momento, il sole raggiunge il suo zenit, perpendicolare al Tropico del Cancro, simboleggiando la massima potenza della stella re. Il solstizio d’estate è, per eccellenza, il trionfo delle forze solari e uraniane, che irradiano luce, gioia e vita, mantenendo l’armonia cosmica.
Dal giorno del solstizio, però, inizia la lenta discesa del sole verso l’orizzonte. Le giornate si accorciano e la potenza solare si attenua, aprendo la fase discendente del suo percorso annuale. I solstizi, vere e proprie porte dell’anno, erano celebrati nella Roma pagana in onore del dio Giano, signore delle porte e dei passaggi.
Tra i riti del solstizio d’estate, il fuoco di San Giovanni è uno dei più significativi. La pira, con le sue fiamme che s’ innalzano verso il cielo, celebra la vittoria del sole, mentre il loro calare simboleggia la decrescita della sua energia fino al solstizio d’inverno. Accendere un fuoco alla vigilia dell’estate è un atto sacro che rinnova la forza del sole, rappresentato come il Padre, e ne perpetua l’energia.
Il rito del fuoco di San Giovanni ricorda l’albero di Natale, integrando il tronco nella pira come simbolo dell’asse del mondo che sostiene luce e fuoco. In cima a questo asse viene spesso posto un simbolo solare, come una svastica o una ruota solare, che durante la cerimonia brucia non per distruggersi, ma per fondersi con le forze uraniane in un’armonia celeste.
Durante il solstizio d’estate, la magia pervade l’aria e le creature della natura, come fate e divinità, si fanno sentire. Si celebrava in passato come un tempo di ringraziamento per i raccolti e di preghiera per la fertilità della terra e degli uomini. In alcune culture, nei riti legati all’acqua, le donne offrono doni alla Madre Terra e si bagnano ritualmente nei ruscelli, invocando le forze della purificazione. Questo atto, spesso accompagnato dall’offerta di una fiamma che galleggia sull’acqua, simboleggia l’unione purificatrice del fuoco e dell’acqua, delle forze uraniane e ctonie.
Le donne raccolgono anche fiori per creare corone, decorando se stesse e gli ambienti della festa con questi simboli solari e terreni.
Inoltre, la raccolta delle erbe di San Giovanni, dalle virtù medicinali e soprannaturali, è un rito che sopravvive in tutta Europa. Le piante raccolte al tramonto o all’alba, come l’achillea e l’artemisia, sono impregnate di un’energia speciale che dura tutto l’anno.
Nelle tradizioni regionali, come in Bretagna, la raccolta di fiori culmina la sera con l’accensione delle pire di San Giovanni. I villaggi si riuniscono attorno ai falò, accendendoli con torce che rappresentano i quattro punti cardinali e pronunciano frasi rituali per celebrare la vittoria, la memoria, la rinascita e l’abbondanza.
In definitiva, i riti del solstizio d’estate sono un inno alla vita, alla purificazione, alla fertilità e alla gratitudine per la natura. Celebrando le stagioni, ci riconnettiamo con il tempo mitico e ciclico, trascendendo il logorio del tempo lineare. Questi riti ci permettono di toccare il Sacro, di afferrare l’eternità e di immergerci nelle forze della Natura.