Alicudi ha la sua storia nera. Alicudi è una splendida isola delle Eolie e la sua storia misteriosa di visioni collettive. Alicudi, anticamente nota come Ericussa, è una delle isole più lontane e attraenti dell’arcipelago delle Eolie, situato nel Mar Tirreno, a guardare le coste della Sicilia.
Alicudi è l’isola più occidentale dell’arcipelago e, con la sua superficie di appena 5,2 chilometri quadrati, è anche una delle più piccole. La sua posizione isolata, lontana da tutto, l’ha difesa dalle aggressioni del mondo moderno e aiutata a conservare un fascino particolare, selvaggio. Gli abitanti dell’isola (arcudari) sono famosi per il loro attaccamento alla natura in cui vivono e per l’amore con cui mantengono vive le tradizioni locali. Ma non sono state la sua bellezza selvaggia o la sua solitudine a renderla famosa. Dai primi del secolo scorso Alicudi ha conquistato la fama di isola magica, un’isola dove accadono strane cose. Cosa c’è di strano, direte voi? Le leggende ci sono sempre state ovunque. In Italia poi, in quello scorcio appena avviato di secolo, il confine tra realtà e magia era sottile ovunque; immaginatevi su un’isola quasi scoglio lontana dal resto del mondo…Ma da questo ad avvistare “…donne che volano” il passo breve non è. Ma non ci si ferma qui. Gli arcudari, a partire dal 1902, e per un periodo di durata incerta, oltre alle donne volanti (forse streghe?) che poi si trasformano in corvi, riferirono e giurarono anche di aver assistito a uomini che tagliavano le trombe marine, a ombre che svaniscono nel nulla, ad animali dalle forme improbabili che possono solo appartenere regni non terreni.
L’aspetto particolare che rende il tutto ancora più misterioso è che, in quegli anni, non erano pochi arcudari ad aver visto, ad aver provato un giustificato terrore per visioni apocalittiche, ma una percentuale elevata della popolazione dell’isola. Insomma, uomini e donne e bimbi compresi potevano raccontarsi l’un l’altro cose inenarrabili altrove. Ma come per quasi tutte le cose di questo mondo, almeno una spiegazione la si trova. Soprattutto se la si vuole trovare. Ad Alicudi la spiegazione, se volete ovviamente, delle visioni collettive di cui abbiamo fatto menzione potrebbe essere un cibo, ed esattamente un pane dal colore nero.Questo pane nero era fatto con la segale cornuta. La segale cornuta ha una sua notorietà particolare. Contiene un elemento denominato ergotamina, associabile pare a effetti allucinogeni. Per questa sua caratteristica è stata anche utilizzata, con altri elementi, per sintetizzare un’altra sostanza ben più famosa (soprattutto tra gli hippy degli anni ’60), l’acido lisergico meglio conosciuto come LSD.
La presenza di ergotamina nel nostro pane nero non spiega però, con un facile sillogismo, le visioni collettive che hanno colpito gli arcudari. Le conseguenze infatti dell’assunzione di ergotamina, sono correlate alla quantità, ai tempi e alle modalità di assunzione e allo stato del soggetto che l’assume. E allora direte voi. Allora la segale cornuta non basta a dare certezza, a spiegare. Qui arriva in soccorso una spiegazione più sofisticata. Quella della contaminazione, anzi infestazione perché parliamo di parassiti. La teoria che ci propongono è infatti questa: la presenza di ergotamina in quantità elevate nel pane nero di Alicudi è forse riconducibile alla presenza di un fungo parassita, il Claviceps. Questo fungo, nome volgare francese ergot, produce sostanze allucinogene se consumato in quantità elevate. La narrazione scientifica ci dice che nel tempo la segale coltivata su Alicudi potrebbe essere stata dunque infestata dal nostro funghetto Claviceps, che simpaticamente si insedia nelle spighe di segale e deposita i suoi sclerozi, banalmente i suoi frutti che hanno forma di corno. Gli amici arcudari, inconsapevolmente, hanno fatto farina di tutto ciò …La cottura del pane poi non sarebbe riuscita a distruggere tutti gli sclerozi presenti, con gli effetti che ora conosciamo.
La popolazione di Alicudi, pur in assenza di spiegazioni scientifiche, certo comprese o meglio suppose la correlazione tra segale cornuta ed effetti allucinogeni. Come sempre accade, soprattutto in Italia, quando non si dispone ancora di spiegazioni certe interviene la Chiesa che da sempre ha fatto proprio il principio della prudenza. Quella di Alicudi dichiarò solennemente che il pane nero era pane del diavolo e invitò a non consumarlo. L’intervento della Chiesa in qualche modo ha confermato la natura soprannaturale dei fenomeni di cui, per circa tre anni, è stata vittima la popolazione di Alicudi e la successiva spiegazione scientifica non è riuscita a scalfire l’alone di mistero e magia diffuso nell’isola. Le storie, i racconti di visioni spaventevoli sono ancora tramandate. La cosa che però stupisce è che qualcuno sull’isola ha visto dei sabba di streghe e, dice, senza aver ha mangiato il pane nero. Mah!
Chissà se il fruttivendolo sotto casa vende quei simpatici funghetti. Cosa avete pensato? Puro spirito scientifico il mio…
Foto copertina: Wikipedia: Ergot tavola di Franz Eugen Köhle
Fonti: www.elledecor.com , www.wikipedia.it