La Strage del Turchino è un tragico evento che ha segnato la storia italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo eccidio di prigionieri politici è stato compiuto dalle SS, nelle prime ore del mattino del 19 maggio 1944, in località Fontanafredda, sulle pendici del Bric Busa, nelle vicinanze del passo del Turchino. In questo luogo, hanno trovato la morte 59 civili italiani.
Il contesto
La strage seguì di qualche giorno l’attentato al cinema Odeon di Genova, che era stato requisito per essere destinato ad uso esclusivo delle truppe tedesche. Nell’attentato, compiuto alle ore 19 del 15 maggio da un gappista che si era travestito da tenente della Wehrmacht, morirono quattro marinai tedeschi e altri sedici rimasero feriti, uno dei quali morì nei giorni successivi.
L’eccidio
Le modalità di esecuzione della rappresaglia terroristica che ne seguì furono particolarmente dure, giungendo oltre anche al rapporto di 10 a 1 previsto dal bando di Kesselring, già messo in opera nell’ eccidio delle Fosse Ardeatine. Prelevate di notte dal carcere genovese di Marassi, le 59 vittime, molte non ancora ventenni, furono trasportate a bordo di camion al passo del Turchino e di lì, dopo un percorso di un paio di chilometri, condotte fino ai prati del versante meridionale del Bric Busa.
In questa località, a gruppi di sei, furono fatti salire sopra delle tavole, disposte su una grande fossa che il giorno precedente un gruppo di ebrei era stato costretto a scavare, in modo che ognuno, prima di cadervi dentro dopo la scarica di mitra, potesse vedere i cadaveri dei suoi compagni.
Le conseguenze
Tra le 59 vittime, ventidue erano scampate alla strage della Benedicta compiuta solo un mese prima. Per la strage del Turchino e per quelle della Benedicta, di Portofino e di Cravasco, dove trovarono la morte complessivamente 246 persone, Siegfried Engel, ex-capo delle SS a Genova, conosciuto anche come il «boia di Genova», fu condannato all’ergastolo in Italia nel 1999, ma non scontò mai la pena in quanto la prassi diplomatica tedesca non accettava l’ estradizione.
Nel 2002, novantatreenne, Engel è stato processato ad Amburgo e condannato a sette anni di reclusione per crimini di guerra, che non ha tuttavia scontato a causa dell’età avanzata. È morto nel 2006, a 97 anni, senza aver scontato pene detentive.
Nel luogo della strage, lungo la strada provinciale n.73 del passo del Faiallo, è stato costruito un monumento commemorativo conosciuto come «Sacrario dei Martiri del Turchino».
La Strage del Turchino rimane un oscuro capitolo della storia italiana, un monito perenne contro la brutalità della guerra e l’importanza della difesa dei diritti umani.