Parlare di Maremma significa in genere identificare una vasta zona geografica fra la Toscana e il Lazio affacciata sul Mare Tirreno che tradotto nel linguaggio di vacanza significa andare a mangiare carne, pesce e immergersi nel verde e nella natura.
Nella Maremma laziale, la parte meridionale della Maremma, c’è un paesino di circa 8.700 abitanti: Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, fondato nel V secolo d.C. ed entrato nella cronaca per una bolla del 103° Papa, Leone IV, indirizzata al vescovo di Tuscania nel 850 d.C. su questioni relative a terreni e possedimenti. Tradizioni, storia, cultura racchiuse in infinite storie.
Montalto di Castro non è solo questo, è anche Terra di Maremma un’azienda del territorio, sinonimo di qualità, ritmi naturali e bellezze ambientali, esistente da quattro generazioni e oggi gestita da Domenico Eleuteri, incontrato alla Fiera dell’Artigianato di Milano 2022.
La sua esposizione parla di salumi e formaggi realizzati con le antiche tradizioni e dove il prelibato stinco di maiale è cucinato in uno speciale girarrosto brevettato.
Sig. Domenico cosa ci dice di questa manifestazione fieristica? Quali sensazioni?
Sensazioni buone e obiettivi raggiunti. Si vede che c’è stata una ripartenza, la gente è presente e le prospettive future sono buone.
Le origini della Sua azienda
Il nonno di Norcia, la nonna del Mantovano. Partendo dalle tradizioni di famiglia abbiamo integrato la lavorazione e la produzione del suino con la cacciagione e l’anno prossimo concentreremo le attività sulla cacciagione. È un prodotto di carne genuina, non trattata e apprezzata dai nostri clienti.
Qual è il prodotto al quale è più affezionato?
Io personalmente sono affezionato alla carne secca, il nostro prodotto storico. E’ la famosa carne che mangiano i cow boys maremmani, i butteri. Vanno in giro a cavallo mangiando questo tipo di carne.
Qual è il vostro primo nascituro, il prodotto storico di Terre di Maremma?
Senza dubbio la schiacciatina di cinghiale, inventata e realizzata da mio nonno oltre settant’anni fa. E’ un prodotto pressato perché privo di metodi di conservazione chiusi e realizzato proprio per durare più a lungo.
Quello invece più ricercato dai suoi clienti?
Indubbiamente è il fiocco di prosciutto. Il nostro prodotto che racchiude la dolcezza e magrezza del prosciutto in un piccolo pezzetto
Un parere sui giovani, quelli volenterosi che si vogliono impegnare in un’attività in proprio.
I giovani che si vogliono impegnare in una nuova attività hanno tutte le carte in regola e le possibilità. Quello che non è in regola sono i grandi, gli adulti, che non danno fiducia ai giovani.
Una domanda che esula un poco dalla sua attività, ma che potrebbe avere una sua rilevanza specifica: le aziende italiane comprate da stranieri. Un fenomeno più frequente di quanto si immagini. La proprietà finisce all’estero con conseguente rischio patrimonio del Made in Italy in mano estera. Come la vede dal suo punto di vista?
Sì. È un problema sul quale ragioniamo da qualche anno e intercetta diversi settori strategici in particolare riguarda alberghi e i settori tecnologici. Invece, in particolare nell’ambito della trasformazione artigianale di carni, salumi e formaggi, non è così automatico. Ci sono tanti segreti che non riusciranno mai a conoscere. A meno che non vengano svelati.
Concordiamo e dubitiamo che saranno mai rivelati