Il primo luglio, sono passata per la stazione di Milano Bovisa di Trenord, per un cambio di treno.
Non ho fatto subito caso, nella ricerca della coincidenza, ai suoni, ma piano piano una melodia mi ha raggiunto.
Mi sono guardata intorno per capire da dove provenisse e non ho realizzato finché ho visto un ragazzo nell’atrio, vicino al primo binario, che si muoveva.
Pezzi stranieri
Data la miopia che mi connota mi sono messa ad osservare meglio. Armato di microfono e amplificatore, credo, perdonate l’ignoranza, cantava pezzi stranieri. Cantava, non strillava o improvvisava, non storpiava. Cantava.
Le note musicali pulite e così la voce. Morbida, chiara, intonata.
Un ragazzo
Non sono un critico musicale, non lavoro nel campo della musica, non mi atteggio a sapientona. Questo ragazzo, con la sua passione, e per me capacità, mi ha regalato un piccolo momento di poesia. Grazie.
Mi sono cullata nelle sue note e l’attesa del treno si è trasformata in un momento sospeso, lontano da corse e problemi.
Una piccola e piacevole pausa graditissima.
Come dicono nei talent: mi è arrivato.
Pendolari
Come molti pendolari spesso mi sono sentita aggredita dai volenterosi strimpellatori improvvisati che, soprattutto sui mezzi, a volte peggiorano il già pesante tragitto.
Ma oggi no.
Oggi con il cuore ho ringraziato questo artista e mi è veramente dispiaciuto non avere contanti per pagare la sua prestazione perché, secondo me, dovuti.
Traghettati nel mondo tecnologico con pagamenti elettronici rintracciabili, viaggiamo più leggeri, senza il peso delle monete. Ma oggi le ho rimpiante.
A questo ragazzo, che probabilmente non saprei riconoscere, auguro di realizzare i suoi sogni.
La gavetta
La gavetta è dura, raggiungere la meta ė difficile.
Ma i sogni ci sorreggono, ci portano ad affrontare sfide, a metterci in gioco.
Oggi questo ragazzo ha coinvolto, per un breve momento, una casuale passante che lo ha ascoltato, le ha regalato un sorriso del cuore e la voglia di comunicarlo.