La notte del 28 settembre 1994, il traghetto Estonia, che collegava Tallinn a Stoccolma, si inabissò nel Mar Baltico, portando con sé 852 vite. Questo disastro navale rimane uno dei più gravi avvenuti in Europa nel XX secolo e continua a suscitare interrogativi e dibattiti.
Cosa accadde quella notte?
Secondo le indagini ufficiali, il disastro fu causato dal cedimento della celata di prua, una grande porta stagna che separava il garage dalle acque esterne. Sottoposta a forti sollecitazioni a causa del maltempo, la celata cedette, permettendo all’acqua di invadere rapidamente la nave. L’improvviso sbandamento e l’allagamento causarono il capovolgimento dell’Estonia, che affondò in meno di un’ora.
Le vittime e i sopravvissuti
A bordo dell’Estonia si trovavano 989 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Solo 137 riuscirono a salvarsi, aggrappandosi a detriti o venendo recuperati dalle imbarcazioni di soccorso. La maggior parte delle vittime perì intrappolata all’interno della nave o annegò nelle gelide acque del Baltico.
Le cause e le polemiche
Le indagini successive al disastro identificarono diverse cause che contribuirono al naufragio:
- Manutenzione insufficiente: La celata di prua presentava difetti strutturali e non era stata adeguatamente mantenuta.
- Condizioni meteo avverse: Il mare agitato e il vento forte aumentarono le sollecitazioni sulla nave, accelerando il cedimento della celata.
- Procedure di emergenza inadeguate: Le manovre di evacuazione furono lente e disordinate, a causa della mancanza di chiare indicazioni e della scarsa preparazione dell’equipaggio.
Tuttavia, le conclusioni ufficiali non hanno convinto tutti. Nel corso degli anni sono emerse numerose teorie alternative, che ipotizzano la presenza di fattori esterni, come un’esplosione o una collisione con un sottomarino. Queste teorie, sebbene non supportate da prove concrete, hanno alimentato le polemiche e le richieste di nuove indagini.
Un lutto nazionale e un’eredità complessa
Il naufragio dell’Estonia ha lasciato un profondo segno nei paesi coinvolti (Estonia, Svezia e Finlandia), che hanno istituito commissioni d’inchiesta e commemorato le vittime. Tuttavia, le divergenze sulle cause del disastro e le lacune nelle indagini hanno impedito di elaborare un lutto collettivo e di trarre insegnamenti definitivi da questa tragedia.
Il naufragio dell’Estonia rimane un mistero che continua a tormentare le coscienze e a sollecitare nuove ricerche.