Centro commerciale semi-abbandonato, un punto focale che è: rendere nuovo il vecchio ed evocare un futuro in cui i consumatori non hanno più né il desiderio né i mezzi per partecipare al consumo incessante di lusso.
La cosa che mi ha conquistata è che la collezione presenta abiti che si discostano dagli standard tradizionali del lusso: pezzi decostruiti e riassemblati che generano nuova eleganza a partire da materiali semplici, come il nastro adesivo DHL o i giornali The Sun con Diana in copertina o le iconiche t-shirt dei Cradle of Filth trasformate in pezzi unici da avere assolutamente se sei metallaro che strizza l’ occhio alla moda come me,( chissà cosa ne pensa Dani Filth ).
Il design abbraccia l’imperfezione, con bordi non rifiniti e un’estetica grezza, creando contrasto con il lusso sovraprodotto del passato.
Con questa collezione, Vetements auspica un allontanamento dal modello di lusso orientato al consumo, invitando i consumatori a riflettere sul valore di ciò che già possiedono, a rielaborare, riutilizzare e creare significato attraverso l’espressione personale.
C’è una cosa però che non è’ passata inosservata più di altre, i diversi riferimenti a Balenciaga. Possiamo dire che tra Balenciaga (con Demna alla guida della maison) e Vetements (con Guram come direttore creativo) è «guerra» tra fratelli?