Fino al 3 novembre 2023, c’era una chiara disparità delle fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali tra i dipendenti del settore privato e quelli del settore pubblico. I lavoratori privati, potevano essere sottoposti a visite fiscali dalle 10:00 alle 12:00 del mattino e dalle 17:00 alle 19:00 del pomeriggio, mentre i loro omologhi pubblici, potevano essere sottoposti a visite fiscali dalle 9:00 alle 13:00, e dalle 15:00 alle 18:00. Insomma, un divario evidente e incontestabile, dissipato solo grazie all’intervento decisivo del TAR Lazio.
L’Avvocato Claudio Venghi, ci spiega che il 23 novembre scorso, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, ha emesso una sentenza che ha ridefinito questo quadro, equiparando gli orari delle visite fiscali tra pubblici e privati.
Le nuove “fasce standard” sono ora unificate per tutti: dalle 10 alle 12 del mattino e dalle 17 alle 19 del pomeriggio.
In caso di malattia, dunque, diventa fondamentale rispettare le fasce orarie e rimanere nel luogo di domicilio dichiarato, consentendo così la verifica da parte dei medici dell’Inps.
Ma ci sono delle eccezioni?
Si, ci sono eccezioni per patologie gravi, infortuni sul lavoro, gravi motivi familiari o cause di forza maggiore (es: restare bloccati nel traffico). In mancanza di giustificazioni valide però, il lavoratore incorre in sanzioni economiche gravi: la retribuzione viene decurtata del100% per i primi 10 giorni di malattia e del 50% nei giorni successivi. In caso di recidiva, inoltre, il lavoratore può essere licenziato per giusta causa.
Questo intricato meccanismo delle visite fiscali si applica anche ai casi di malattia da COVID-19. In questo caso, se il contagio avviene sul luogo di lavoro, si tratta di un infortunio, e quindi non è richiesta la reperibilità per la visita fiscale, ma se invece la malattia viene qualificata diversamente, si applica l’obbligo di reperibilità.