Perché è storica
Si tratta della classica dimora nobiliare di campagna del Settecento. Tuttavia, a differenza delle residenze di villeggiatura del tempo, questa, insieme a tutte le altre ville aristocratiche di Corbetta, non era concepita come residenza estiva, bensì come abitazione principale. Infatti Corbetta non era il classico centro di campagna, poco fuori città, in cui ripararsi dalla calura estiva; era una zona agricola vera e propria, caratterizzata da vasti latifondi in cui lavoravano braccianti il cui lavoro andava sorvegliato, anche attraverso una presenza permanente e stabile del latifondista aristocratico. A Corbetta infatti la proprietà terriera era concentrata in poche mani: al momento della compilazione del catasto austriaco del 1921, su 24.944 pertiche di terreno totali, 116 erano terre municipali, 6944 erano di proprietà della Chiesa 6353 appartenevano a 53 proprietari privati e ben 11.166 (poco meno di metà delle terre) a soli 7 nobili latifondisti. Fra costoro il Marchese Francesco Ferrante Villani Novati possedeva più di 1/10 dei terreni di Corbetta. Francesco Ferrante Villani Novati nel 1731 vendette i propri possedimenti di Corbetta (che i Villani avevano ereditato dai nobili Parravicini) al conte Giuseppe Brentano. La famiglia Brentano si era arricchita di recente, agli inizi del Settecento, e solo nel 1715 aveva acquisito rango nobiliare, con la concessione ad Antonio Brentano (padre di Giuseppe) del titolo di conte e del feudo di Caltignaga, oggi in Provincia di Novara. I Brentano, al tempo del loro acquisto di Corbetta, ricoprivano importanti incarichi nella burocrazia del Sacro Romano Impero asburgico, del quale il Ducato di Milano faceva parte. Tuttavia le fortune dei Brentano durarono poco: infatti nel 1736 persero il proprio feudo di Caltignaga, passato sotto il controllo del Regno di Sardegna in seguito agli accordi preliminari al trattato di Vienna del 1738, che pose fine alla guerra di successione polacca. Nel corso di questo conflitto, che coinvolse tutte le maggiori potenze del tempo, il Regno di Sardegna si era alleato con la Francia e in cambio aveva ottenuto il riconoscimento francese delle sue pretese sul Ducato di Milano. I Savoia occuparono Milano per soli tre anni (1733-1735), dopodiché lo restituirono all’Austria in cambio delle Langhe, Novara e aree limitrofe e di Tortona. Durante l’occupazione i Brentano furono fra le famiglie più tassate dalle nuove autorità savoiarde.
Non è chiaro quando esattamente sia stata edificata Villa Brentano. Nei registri catastali del 1921 la villa ancora non c’era, mentre al suo posto c’era una serie di edifici con cortile interno, probabilmente case popolari date in affitto ai contadini. Tuttavia, presso l’archivio di Stato di Milano, Patrizia Ferrario ha rinvenuto una stima del valore di una casa nobiliare, redatta proprio in occasione della vendita del 1731, acquirente Giuseppe Brentano e venditore Ferrante Villani Novati; quindi sembrerebbe che la villa già esistesse quando i terreni vennero acquistati. Tuttavia è anche certo che nel 1732 iniziarono dei lavori, che durarono tra i sei e i sette anni. Questi lavori, che a questo punto non sarebbero di costruzione della villa ma di restauro della stessa, vennero affidati al famoso architetto Francesco Croce. La villa fu venduta alla famiglia Carones nel 1839
A quali funzioni è adibita oggi:
Oggi Palazzo Brentano ospita l’Istituto San Girolamo Emiliani, scuole elementari e medie gestite dall’Ordine dei Padri Somaschi. I Somaschi acquistarono Villa Brentano nel 1935, dopo diversi passaggi di proprietà.
Contatti:
Tel. scuola: 02-97271647
Sito web: https://www.somaschi-cor.it/