La vicenda di The Borderline, lo stile di vita, i messaggi verso i giovani. Se è doveroso far luce e condannare comportamenti contrari al senso civico, è altrettanto importante non cospargere di fango la generalità di ragazzi attivi su Youtube.
Mercoledì 14 giugno 2023 Casal Palocco, una delle 155 zone di Roma Capitale con all’attivo circa 30.000 abitanti, diveniva il cuore di ciascun telegiornale. A rendere nota la zona dell’Agro Pontino, la morte del piccolo Manuel. Un bimbo di soli 5 anni, vittima di un incidente stradale con una Lamborghini sparata a tutta velocità. Alla guida del fuoristrada un gruppo di ragazzi poco più che ventenni, conosciuti come The Borderline, intenti a girare un video per il loro canale Youtube. Incriminati dalla generalità della stampa e della popolazione, hanno innescato un effetto a catena in cui si è più volte discusso circa il rapporto dei giovanissimi con il sopracitato social network.
“Non ci sono più i ragazzi di una volta”
Nonni, zii, genitori assistono ad un mondo che cambia con grande velocità, ad un passo inimmaginabile se confrontato a quello con cui gli stessi sono cresciuti. Se sino a vent’anni fa il desiderio di ciascun bambino era affermarsi quale agricoltore, avvocato o astronauta, la globalizzazione e Internet hanno rivoluzionato il sistema sociale ed economico. Oggi i ragazzi non hanno confini, non si pongono limiti e, tra le loro ambizioni … quella di costruirsi una carriera quale youtuber o influencer. Una ricerca commissionata dal Gruppo Tesya nell’estate 2022 ha preso in considerazione un campione di 2.100 giovani studenti tra Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Croazia (tra i 15 e i 19 anni). Alla domanda sulla professione dei propri sogni, il 61% dei ragazzi ha indicato lo Youtuber, il Tik Toker e il Web Influencer. Un report 2019 condotto da Morning Consult rileva come il 54% di giovani americani desideri lavorare un giorno in qualità di influencer.
Il desiderio di Youtube
Il report di Morning Consult individua i motivi principali che inducono i ragazzi ad aprire un canale su Youtube. Tra questi: il desiderio di raggiungere la fama sociale; il business pubblicitario; la tentazione di testare esperienze esclusive e di lusso in anteprima rispetto al mercato; la ricerca di un lavoro in proprio e flessibile; la volontà di emulare il comportamento di altri influencer. Per tendere a questi traguardi è necessario costruirsi un cospicuo seguito, risultato di tempo, impegno e fortuna. Fattori per nulla scontati, che spingono diversi giovani a caricare video di una violenza fisica e morale disarmante nella speranza di raggiungere milioni di visualizzazioni in poche ore.
The Borderline
Così è stato per i The Borderline. Ragazzi impegnati nel rendere accessibili al pubblico contenuti aventi ad oggetto challenge al limite dell’impossibile. Sfide come l’ultima, dove per testare la resistenza alla guida per 48 ore consecutive, ha perso la vita il piccolo Manuel. Ci sono alcune persone che attribuiscono l’epilogo al fato o a un concorso di colpe con il conducente dell’auto in cui si trovava il bambino. C’è una Nazione indignata per la sfida fallita dagli ex Youtuber. La verità è che, per una volta, dovremmo prendercela con un sistema sociale scarno, dove si fatica a trasmettere sani valori ai giovani. Se non fosse accaduto il fatto di Casal Palocco, i The Borderline avrebbero continuato nella condivisione in rete dei loro contenuti e avrebbero ottenuto un seguito ancor più vasto.
Il risvolto della medaglia
Viviamo in un contesto temporale in cui i giovani faticano ad assumersi un ruolo definito. Alcune volte non sono ascoltati in modo adeguato dagli adulti, altre non hanno la possibilità di mostrare talento e passione per un mestiere. Altre volte ancora, per il timore di essere esclusi dal branco di riferimento, non hanno il coraggio di esprimere pensieri e comportamenti utili per la società. In tutti questi casi, ecco che Youtube può costituire lo strumento per superare i limiti. Grazie a un microfono e una telecamera, siamo in grado di presentarci, comunicare, cantare o denunciare. In coerenza a quanto scritto, sorprende un ulteriore dato del report Morning Consult. Il 53% e il 48% di ragazzi aspira a divenire influencer per fare la differenza nel mondo e condividere idee sociali con una larga platea di utenti.
Un prato sano
C’è chi condivide a cuore aperto esperienze passive di bullismo e invita le vittime a denunciare qualsiasi forma di violenza. Chi, invece, vuole stimolare i ragazzi a ripercorrere le vicende storiche più significative, raccontare la bellezza del Mondo, consigliare letture. Ci sono innumerevoli canali interessanti, che rappresentano la volontà di dar vita a una società connessa alla rete in termini responsabili e formativi. Là, dove un influencer o uno youtuber accosti agli introiti pubblicitari la volontà di dare un contributo educativo per le nuove generazioni … non ci sarà una città asettica e priva di valori (per utilizzare un’immagine del “Ragazzo della Via Gluck”), ma germoglierà un prato sano.